Esperienza di un singolo centro Hub per la chirurgia vascolare dopo 7 settimane di pandemia COVID-19 in Lombardia (Italia)

Esperienza di un singolo centro Hub per la chirurgia vascolare dopo 7 settimane di pandemia COVID-19 in Lombardia (Italia)

Mascia, D., Kahlberg, A., Melloni, A., Rinaldi, E., Melissano, G., Chiesa, R.,

Annals of Vascular Surgery 2020

INTRODUZIONE

Lo scopo di questo studio è stato quello di riportare l’esperienza di uno dei principali “hub” per la chirurgia vascolare in Lombardia, Italia, durante le prime 7 settimane dopo il blocco totale a causa della pandemia COVID-19.
Metodi: I dati di tutti i pazienti trattati presso il nostro Dipartimento dalla decisione delle autorità sanitarie regionali della Lombardia di centralizzare le specialità chirurgiche creando un sistema hub/spoke (9 marzo 2020) sono stati raccolti prospetticamente e confrontati con una coorte raccolta retrospettivamente dallo stesso periodo dell’anno 2019. L’endpoint primario dello studio è stato definito come successo clinico primario. Gli enpoint secondari sono stati definiti come mortalità in ospedale e/o qualsiasi evento avverso maggiore in ospedale o amputazione dell’arto inferiore.

RISULTATI

Sono stati trattati centosedici pazienti (81 uomini, 70%; età mediana: 71 anni, IQR 65-81). Trentadue pazienti (28%) sono stati indirizzati da ospedali spoke che si riferivano direttamente al nostro hub, 19 (16%) da ospedali appartenenti ad altre reti hub/spoke, 48 (41%) sono arrivati direttamente dal nostro dipartimento di emergenza, e 17 (15%) erano già ricoverati per polmonite COVID-19. L’ischemia acuta degli arti inferiori è stata la malattia più osservata, verificatasi in 31 (26,7%), 12 (38,7%) dei quali sono stati trovati positivi alla polmonite COVID-19 al momento dell’ammissione, mentre 3 (9,7%) sono diventati positivi durante il ricovero. L’ischemia cronica degli arti era l’indicazione al trattamento in 24 (20,7%) pazienti. Sei (5,2%) pazienti sono stati sottoposti ad amputazione primaria per ischemia irreversibile. Le emergenze aortiche comprendevano 21 casi (18,1%), compresi 13 (61,9%) aneurismi sintomatici dell’aorta addominale o iliaca, 4 (19,0%) aneurismi dell’aorta toracoaddominale, 2 (9,5%) casi di dissezione aortica acuta di tipo B (uno post-traumatico). Diciassette (14,7%) pazienti sono stati ammessi per stenosi carotidea sintomatica (nessun paziente COVID-19); tutti sono stati sottoposti a endarterectomia carotidea. Diciassette (14,7%) casi sono stati trattati per altre emergenze vascolari. Nel complesso, a un follow-up mediano di 23 ± 13 giorni, il successo clinico primario è stato dell’87,1% e quello secondario del 95,9%. Abbiamo registrato 3 decessi in ospedale per un tasso di mortalità complessivo del 2,6%. Rispetto alla coorte 2019, i pazienti dell’ “era COVID” erano più anziani (72 vs. 63 anni, P = 0,002), più frequentemente trasferiti da altri ospedali (44% vs. 21%, P = 0,014) e più frequentemente con ischemia cronica scompensata che minacciava gli arti (21% vs. 3%, P = 0,015); gli esiti chirurgici erano simili tra le 2 coorti.

CONCLUSIONI

Dalla sua comparsa, la SARS-CoV-2 ha messo alla prova tutti i sistemi sanitari nazionali che si sono trovati ad affrontare un’emergenza senza precedenti. Il rinvio tardivo nel periodo pandemico potrebbe seriamente peggiorare la prognosi dell’arto; questo aspetto dovrebbe essere conosciuto e affrontato dagli operatori sanitari. I risultati della chirurgia vascolare nell’era pre-COVID e COVID erano comparabili nella nostra esperienza.

10.1016/j.avsg.2020.07.022