Risultati a medio termine del trattamento endovascolare dell’arco aortico (Conference Paper)

Risultati a medio termine del trattamento endovascolare dell'arco aortico (Conference Paper)

Bertoglio, L., Civilini, E., Marone, E.M., Tshomba, Y., Melissano, G., Chiesa, R.

Italian Journal of Vascular and Endovascular Surgery 2010

INTRODUZIONE/OBIETTIVI

La riparazione ibrida delle patologie dell’arco aortico che consiste nel reimpianto dei tronchi sovra-aortici e nel posizionamento di un endograft a livello dell’arco, si è dimostrato, in pazienti selezionati, essere una fattibile ed interessante alternativa alla chirurgia open convenzionale. Lo scopo di questo studio è confrontare i risultati tecnici e clinici registrati nelle diverse configurazioni anatomiche per l’esclusione endovascolare della malattia dell’arco aortico.

MATERIALI E METODI

Tra gennaio 1999 e ottobre 2008, nel nostro istituto sono stati trattati 292 pazienti per malattie dell’aorta toracica con stent graft; l’arco aortico era coinvolto in 106 casi (92 maschi, età media 70,6±10,7). I pazienti sono stati divisi in 3 gruppi secondo la classificazione di Ishimaru, zona “0” 22 casi, zona “1” 23 casi, zona “2” 61 casi. Settanta casi sono stati trattati con un approccio ibrido che consisteva nel debranching dei vasi sovraortici e nella successiva esclusione endovascolare della patologia dell’arco aortico.

RISULTATI

Zona “0”: la lunghezza del colletto prossimale dopo il debranching era di 43,9±5,6 mm. Successo clinico iniziale 82%: 3 decessi (ictus), 1 endoleak di tipo Ia. A un follow-up medio di 24,7±17 mesi il successo clinico a medio termine era dell’86%. Zona “1”: lunghezza del colletto prossimale: 29±5 mm. Successo clinico iniziale dell’83%: 0 decessi, 4 endoleaks di tipo Ia. A un follow-up medio di 20,1±16 mesi il successo clinico a medio termine era del 91%. Zona “2”: la lunghezza del colletto prossimale dopo il debranching era di 30,4±5,0 mm, il successo clinico era del 90,2%: 1 morte, 4 endoleaks di tipo I. A un follow-up medio di 33,4±19,2 mesi il successo clinico a medio termine era del 95,1%: 3 risoluzioni spontanee di endoleak di tipo I, 1 conversione.

CONCLUSIONI

Il trattamento ibrido delle patologie dell’arco aortico è tecnicamente fattibile, con ragionevoli tassi di morbilità e mortalità al follow-up a breve e medio termine. Il debranching totale dell’arco per gli aneurismi della “zona 0” ha permesso di ottenere una zona di atterraggio aortica prossimale più lunga con una minore incidenza di endoleak, tuttavia è stato osservato un rischio maggiore di evento cerebrovascolare. L’incidenza relativamente alta di eventi avversi nella “zona 1” potrebbe essere associata a un colletto prossimale più corto, quindi questa zona di atterraggio è riservata ai pazienti non idonei alla sternotomia.