Nuovi approfondimenti sull’incidenza, la presentazione e le opzioni terapeutiche della fistola aorto-esofagea dopo trattamento endovascolare dell’aorta toracica: il registro europeo delle complicanze del trattamento aortico endovascolare


Nuovi approfondimenti sull'incidenza, la presentazione e le opzioni terapeutiche della fistola aorto-esofagea dopo trattamento endovascolare dell’aorta toracica: il registro europeo delle complicanze del trattamento aortico endovascolare

Czerny, M., Eggebrecht, H., Sodeck, G., Weigang, E., Livi, U., Verzini, F., Schmidli, J., Chiesa, R., Melissano, G., Kahlberg, A., Amabile, P., Harringer, W., Horacek, M., Erbel, R., Park, K.-H., Beyersdorf, F., Rylski, B., Blanke, P., Canaud, L., Khoynezhad, A., Lonn, L., Rousseau, H., Trimarchi, S., Brunkwall, J., Gawenda, M., Dong, Z., Fu, W., Schuster, I., Grimm, M.

European Journal of Cardio-thoracic Surgery

OBIETTIVI

Revisionare l’incidenza, la presentazione clinica, la gestione definitiva e l’esito ad 1 anno dei pazienti con fistola aorto-esofagea (AOF) dopo trattamento endovascolare dell’aorta toracica (TEVAR).

METODI

Registro internazionale multicentrico (registro europeo delle complicanze del trattamento aortico endovascolare) tra il 2001 ed il 2011 con un totale di 2387 casi di procedure endovascolari TEVAR (in 17 centri).

RISULTATI

Sono stati identificati e selezionati 36 pazienti dopo un intervento chirurgico dell’aorta, con un’età media di 69 anni (IQR 56-75), 25% donne e 9 pazienti (19%). L’incidenza dell’AOF nell’intera coorte dopo TEVAR nel periodo di studio è stata dell’1,5%. La patologia aortica primitiva, sottostante, che ha richiesto TEVAR era aneurisma di origine aterosclerotica nel 53% dei pazienti e il tempo medio per lo sviluppo di AOF era di 90 giorni (IQR 30-150). I principali sintomi clinici sono stati febbre di origine sconosciuta in 29 (81%), ematemesi in 19 (53%) e shock in 8 (22%) pazienti. In 28 (78%) pazienti con segno principale di massa mediastinica, la diagnosi è stata confermata tramite tomografia computerizzata (CT) nel 92% dei casi. Un approccio conservativo ha portato ad una mortalità del 100% ad un anno e la sopravvivenza ad un anno mediante approccio endovascolare di stenting esofageo è stata del 17%. La sopravvivenza dopo un’esofagectomia isolata è stata del 43%. Il più alto tasso di sopravvivenza a 1 anno (46%) poteva essere raggiunto attraverso un trattamento più aggressivo tra cui esofagectomia radicale e sostituzione aortica (aumento del rischio relativo 1,73) (intervallo di confidenza del 95%). Il vantaggio della sopravvivenza, con questa modalità di trattamento aggressiva, è stato confermato nell’analisi mediante metodo bootstrap (95% CI 1.11-3.33).

CONCLUSIONI

Lo sviluppo di AOF è una complicanza rara ma letale dopo TEVAR, essendo associato alla necessità di un TEVAR in emergenza ed alla formazione di un’ematoma mediastinico. L’unico approccio duraturo e di successo per curare la malattia è l’esofagectomia radicale e la ricostruzione aortica estesa. Questi risultati possono servire come strumento decisionale per i medici che trattano questi pazienti complessi.

10.1093/ejcts/ezt393