Risultati del posizionamento di endoprotesi a livello dell’arco aortico in diverse zone di atterraggio

Risultati del posizionamento di endoprotesi a livello dell'arco aortico in diverse zone di atterraggio

Melissano, G., Civilini, E., Bertoglio, L., Calliari, F., Setacci, F., Calori, G., Chiesa, R

European Journal of Vascular and Endovascular Surgery

OBIETTIVO

L’approccio endovascolare all’arco aortico è una soluzione interessante per pazienti selezionati. Lo scopo di questo studio è quello di confrontare il successo tecnico e clinico registrato nelle diverse condizioni anatomiche di posizionamento di endograft per la malattia dell’arco aortico.

METODI

Tra giugno 1999 e ottobre 2006, su 178 pazienti trattati presso la nostra clinica per la malattia dell’aorta toracica con uno stent, l’arco aortico è stato coinvolto in 64 casi. Secondo la classificazione proposta da Ishimaru, la “zona 0” aortica era coinvolta in 14 casi, la “zona 1” in 12 casi e la “zona 2” in 38 casi. Una procedura chirurgica ibrida di debranching dei tronchi sovraortici e di rivascolarizzazione è stata eseguita in 37 casi per ottenere un’adeguata zona di atterraggio aortica prossimale.

RISULTATI

“Zona 0” (14 casi). Lunghezza del collo prossimale: 44 ± 6 mm. Successo clinico iniziale 78,6%: 2 decessi (ictus), 1 endoleak di tipo Ia. Ad un follow-up medio di 16,4 ± 11 mesi il successo clinico a medio termine era dell’85,7%. “Zona 1” (12 casi). Lunghezza del collo prossimale: 28 ± 5 mm. Successo clinico iniziale del 66,7%: 0 decessi, 4 endoleaks di tipo Ia. Ad un follow-up medio di 16,9 ± 17,2 mesi il successo clinico a medio termine era del 75,0%. “Zona 2” (38 casi) Lunghezza prossimale del collo: 30 ± 5 mm. Successo clinico iniziale 84,2%: 2 decessi (1 arresto cardiaco, 1 embolizzazione multiorgano), 3 endoleaks di tipo Ia, 1 caso di conversione aperta. Sono stati osservati due casi di paraparesi/paraplegia transitoria ritardata. Ad un follow-up medio di 28,0 ± 17,2 mesi il successo clinico a medio termine è stato dell’89,5%.

CONCLUSIONI

Il debranching totale dell’arco per gli aneurismi della “zona 0” ha permesso di ottenere una zona di atterraggio aortica prossimale più lunga con una minore incidenza di endoleak, tuttavia è stato osservato un rischio maggiore di complicanze cerebrovascolari. L’incidenza relativamente alta di eventi avversi nella “zona 1” potrebbe essere associata a un colletto prossimale più corto, quindi questa zona di atterraggio è riservata ai pazienti non idonei alla sternotomia. In caso di endoleak, scoperto dopo il corretto posizionamento dell’endograft nell’arco, il tasso di risoluzione spontanea entro i primi 6 mesi è elevato.

10.1016/j.ejvs.2006.11.019