Gestione degli aneurismi del patch aortico viscerale dopo aneurismectomia dell’aorta toracoaddominale con approccio chirurgico, ibrido o endovascolare

Gestione degli aneurismi del patch aortico viscerale dopo aneurismectomia dell’aorta toracoaddominale con approccio chirurgico, ibrido o endovascolare

Bertoglio, L., Mascia, D., Cambiaghi, T., Kahlberg, A., Tshomba, Y., Gomez, J.C., Melissano, G., Chiesa, R.

Journal of Vascular Surgery 2018

INTRODUZIONE/OBIETTIVI

L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare i risultati nei pazienti con aneurismi aortici viscerali (VAP) dopo la riparazione chirurgica dell’aneurisma dell’aorta toracoaddominale (TAAA) trattati con tre diversi approcci: riparazione aperta, ibrida o endovascolare.

MATERIALI E METODI

Tra il 1993 e il 2016, ci sono stati 29 casi trattati per aneurisma VAP dopo la riparazione aperta iniziale del TAAA (intervallo di tempo mediano, 6,2 anni; intervallo interquartile, 4-8 anni). Sono state utilizzate tre diverse modalità di trattamento: riparazione aperta (gruppo O) in 14 casi (48,3%), riparazione ibrida (gruppo H) in 10 casi (34,5%) e riparazione endovascolare fenestrata custom-made (gruppo E) in 5 casi (17,2%). Sono stati riportati i risultati precoci (30 giorni) ed a medio termine. L’obiettivo principale è la valutazione della somma dei principali eventi avversi: morte a 30 giorni per qualsiasi causa, eventuali complicanze postoperatorie di grado ≥ 2, qualsiasi revisione chirurgica classificata secondo gli standard di segnalazione della Society for Vascolar Surgery / American Association for Vascolar Surgery. I pazienti sono stati valutati con scansioni tomografiche computerizzate ambulatorialmente a 3, 6 e 12 mesi e successivamente ogni anno.

RISULTATI

La somma degli eventi avversi principali differiva significativamente tra i gruppi (gruppo O, 79%; Gruppo H, 60%; Gruppo E, 0%; P =.009). Due casi (6,9%) di ischemia temporanea del midollo spinale ritardato (grado 1) sono stati osservati sia nei gruppi E che H. Le modalità di trattamento sono risultate diversamente associate alla perdita ematica ≥1000 ml (gruppo O, 79%; Gruppo H, 40%; Gruppo E, 0%; P =.007), al numero di globuli rossi imballati trasfusi ≥3 unità (gruppo O, 100%; Gruppo H, 90%; Gruppo E, 40%; P =.003), alla degenza in unità di terapia intensiva >1 giorno (gruppo O, 71%; Gruppo H, 70%; Gruppo E, 0%; P =.014) e alla durata della degenza ospedaliera ≥7 giorni (gruppo O, 79%; Gruppo H, 80%, gruppo E, 20%; P =.034). A breve termine (6 mesi), è stata osservata la necessità di un reintervento endovascolare nel gruppo E ed una trombosi fatale dell’innesto viscerale nel gruppo H. Con un follow-up mediano di 30 mesi (intervallo interquartile, 15-75 mesi), è stata osservata un’altra morte correlata all’aneurisma nel gruppo H, a causa di un’infezione della protesi e quattro decessi non correlati (un caso nel gruppo H e due casi nel gruppo O).

CONCLUSIONI

Questo studio retrospettivo conferma che il trattamento degli aneurismi VAP che si sviluppano dopo la riparazione aperta dei TAAA può essere eseguita con tecniche aperte, ibride ed endovascolari. La pratica attuale favorisce la riparazione endovascolare, se possibile, ma per concludere che sia superiore a qualsiasi altra tecnica è richiesta la valutazione di un campione più grande o di uno studio randomizzato.

10.1016/j.jvs.2017.09.024